Presentato emendamento per il differimento del pagamento della Tares a luglio 2013, sarà poi il nuovo Governo eletto a decidere sul tributo così gravoso che penalizza pesantemente i contribuenti.
L’obiettivo è sicuramente il differimento a luglio 2013 per poi avere il tempo necessario per iniziare una totale riscrittura della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, che così com’è non piace al Pdl e probabilmente nemmeno agli italiani, visti i costi decisamente più alti rispetto alla Tarsu. La nuova imposta sui rifiuti è entrata in vigore a partire dal 1° gennaio e secondo quanto deciso con la legge di stabilità chiamerà i cittadini a versare la prima rata di tre ad aprile 2013.
È stato lo stesso presidente della Commissione ambiente del Senato, Antonio D’Alì, ad indicare il futuro del nuovo tributo comunale, visto il suo ruolo di relatore sul decreto-legge sui rifiuti emanato la settimana scorsa dal Governo. Ad ogni modo l’Esecutivo non pare orientato ad accogliere la volontà di cambiare il provvedimento d’urgenza che prolunga, oltre al commissariamento per la rimozione della Costa Concordia al Giglio, varie scadenze di termini per arginare le emergenze ambientali in atto.
Nell’emendamento presentato da D’Alì è contemplato un differimento dell’entrata in vigore della Tares a luglio 2013; “così come ho ribadito dal rapporto Confesercenti – dichiara il relatore al d.l. rifiuti – la Tares è una tassa che se da subito in vigore comporterebbe un’ulteriore maggiorazione della pressione fiscale in capo a cittadini, famiglie e imprese, proseguendo la spirale recessiva resa galoppante dalle politiche economiche e fiscali del Governo Monti”.
La nuova imposta, entrata in vigore il 1° gennaio di quest’anno, non è ancora però a regime e già si trova sotto accusa; “è molto controverso – spiega D’Alì – “in quanto prevede un sistema di affidamento ai comuni ancora oggi non ben rodato e anche gli stessi enti locali hanno manifestato non poche perplessità. Per questo secondo il Pdl è necessario rinviare a luglio 2013 l’entrata in vigore della Tares”. Ha poi proseguito D’Alì “per dare responsabilità al nuovo Governo eletto di decidere su un tributo così gravoso e che allo stato dell’arte penalizza pesantemente i contribuenti”.
Il presidente della Commissione ambiente del Senato si è poi augurato che un nuovo Governo possa rivedere il sistema Tares con la finalità di attenuare considerevolmente il carico fiscale. “Il nuovo prelievo dovrebbe vestire i panni della tariffa ma nella sua applicazione voluta dal Governo Monti ha preso le sembianze di una vera e propria imposta patrimoniale”. La Tares, dunque, proprio come l’Imu si ritroverà al centro della campagna elettorale che si spenderà molto sull’ambito fiscale e della tassazioe.
“Sarei pronto a scommettere – dice D’Alì – che in caso di vittoria elettorale, Pd e Monti continuerebbero senza esitazioni sulla strada del prelievo fiscale”. Adesso, per quanto riguarda il rinvio a luglio la parola passa alla commissione ambiente che, oggi, dovrà decidere su questo emendamento, ma gli esiti sono incerti vista la strana maggioranza e l’ormai nota volontà del Pdl di togliere il sostegno al governo uscente.
Fonte: www.diritto.it