Cancellando l’Agenzia guidata da Stefano Zamagni il governo Monti aveva giurato che il ministero del Welfare da solo avrebbe garantito un servizio migliore al non profit, risparmiando risorse. Un anno e mezzo dopo, la relazione sull’attività svolta e il confronto col passato parlano da sè. Ecco tutti i numeri di un fallimento annunciato.
Un servizio migliore di quello dell’Agenzia per il terzo settore, senza aumentare i costi. Aveva giustificato così nel marzo 2012 in Parlamento l’allora sottosegretario all’istruzione Elena Ugolini, scaraventata in Aula a rispondere a un’interrogazione sulla soppressione dell’Agenzia guidata da Zamagni dal sottosegretario al Welfare Cecilia Guerra, “impossibilitata a rispondere” per i soliti, improrogabili impegni istituzionali.
L’Agenzia è morta, ma non piangete, era stata la posizione del governo, perché tutte le competenze verranno trasferite al Ministero del Lavoro che addirittura avrebbe garantito “al terzo settore un servizio migliore di quello attuale”, assicurava Ugolini, ma anche “un punto di riferimento stabile, strutturato e competente”, quindi una soluzione “migliorativa rispetto all’esistente (ancora!, ndr)”.
Quasi due anni dopo quell’atto improvviso del governo Monti è stata pubblicata la Relazione sull’attività svolta dalla “nuova Agenzia” (in allegato), allocata negli uffici della Direzione Generale per il Terzo Settore e le Formazioni Sociali del ministero del Lavoro, e in particolare alla Segreteria Tecnica, che risponde direttamente al Direttore Generale dott. Danilo Festa. I compiti sono rimasti gli stessi: indirizzo, vigilanza e controllo (comprese le funzioni ispettive) in materia di organizzazioni non lucrative di utilità sociale, Terzo Settore ed enti non commerciali.
Sarà riuscito questo nuovo organismo a mantenere le promesse del governo, cioè a far meglio della defunta Agenzia per il terzo settore? Vediamo. Nel 2012 l’attività vera e propria inizia a giugno, con l’arrivo del personale a chiamata reclutato sul territorio nazionale (quindi quando in Parlamento si diceva che le competenze c’erano, non era vero: dovevano ancora arrivare).
Ovviamente, c’è del lavoro da smaltire: 782 fascicoli ereditati della passata gestione. In sei mesi, l’Agenzia ministeriale emette comunque 42 pareri obbligatori (sulla totale cessazione dell’attività degli enti non profit per scioglimento, o casi di perdita della qualifica di onlus con prosecuzione dell’attività dell’ente), 98 pareri preventivi (quindi non obbligatori e vincolanti) e segnala 1 caso di non corretta realizzazione da parte di una onlus di un progetto finanziato dall’Unione Europea. Quanto all’attività ispettiva, si riescono a realizzare 9 visite, nel periodo novembre-dicembre 2012; non risultano però nella relazione quanti siano stati i verbali redatti al termine delle suddette visite.
Quanto all’attività di indirizzo, ovvero “consulenza finalizzata alla risoluzione di questioni, sollevate anche a mezzo posta elettronica”, si registrano 252 comunicazioni (email? telefonate? nella relazione non si specifica) con enti ed istituzioni. Effettuati anche due incontri con la Cabina di Regia del Terzo Settore, uno nel luglio 2012 e uno nel settembre 2012.
Ma veniamo a un anno intero di lavoro, il 2013. In questo periodo l’Agenzia ha emesso in totale 74 pareri obbligatori e 113 pareri preventivi (in media 3,5 pareri la settimana), e inoltrato alle Direzioni Territoriali del Lavoro 3 segnalazioni per irregolarità riscontrate in materia di lavoro. La relazione informa inoltre di aver inviato 28 segnalazioni alle Direzioni Regionali dell’Agenzia delle Entrate “sull’impossibilità di rendere pareri”, per irreperibilità del destinatario e/o mancato riscontro alle richieste istruttorie formulate. Quanto all’attività ispettiva, si scopre che richiede molta fatica: pur avendo richiesto 125 giornate di lavoro, si è concretizzata infatti in appena 18 verbali di verifica.
E veniamo alla funzione di indirizzo. “Sono state affrontate a seguito di specifici quesiti posti dalle associazioni diverse tematiche di rilievo”, scrive il dott. Festa nella relazione, citando per esempio “la riconducibilità dell’attività di immissione in rete di energia prodotta da impianti fotovoltaici con scambio sul posto nell’ambito delle attività connesse a quelle istituzionalmente previste”, o “l’Ipotesi di esenzione del canone Rai previste per le onlus”. A questo proposito, le comunicazione sono state 320 (nel 2012 in sei mesi erano state 252), mentre rappresentanti dell’Agenzia hanno partecipato (come del resto nel 2012) al tavolo tecnico con i gestori di telefonia mobile per l’elaborazione del “Codice di Autoregolamentazione per la gestione delle numerazioni utilizzate per le raccolte fondi telefoniche no profit”, i cui esiti non sono segnalati.
Nel 2013 si sono poi sviluppate altre iniziative, come la stipula di un Accordo di collaborazione con l’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Roma, finalizzato alla “implementazione di azioni e di attività rientranti nelle competenze giuridiche, contabili e fiscali in materia di Terzo settore” e un’attività di promozione del sostegno a distanza, che ha previsto la creazione di un canale dedicato sul sito del ministero e la ricostruzione dell’elenco delle organizzazioni iscritte al Registro SaD, anche grazie a un accordo quadro di collaborazione non oneroso con il Forum Sad e la creazione di un tavolo tecnico di lavoro sul SaD. E’ in corso inoltre, fino al 30 gennaio, una consultazione pubblica sulla “rivisitazione” delle Linee Guida sul sostegno a distanza elaborate dall’ex Agenzia del Terzo settore.
Per rispondere alla domanda iniziale, cioè per vedere se veramente la nuova Agenzia ha fatto meglio della vecchia, occorre andare a vedere cosa erano riusciti a produrre in un anno Zamagni e i suoi collaboratori. Abbiamo scelto un anno a caso, il 2009.
Ecco cosa abbiamo trovato nella relazione di quell’anno (un volume di 130 pagine per 12 mesi contro le 8 per 18 mesi del ministero attuale), scegliendo per forza di cose di limitarci agli eventi più significativi. Con due N.B.: l’attività ispettiva era preclusa alla vecchia Agenzia; la voce “comunicazioni” non è presente nella relazione della soppressa Agenzia. Se ci si limita a un confronto tra i pareri emessi, siamo a 1127 contro 187. Giudicate voi.
Attività Agenzia per il terzo settore anno 2009
6 protocolli di intesa (con cnel, Commercialisti, Notai, Università Bocconi, Iulm, Forum terzo settore)
3 numeri della rivista Areté (48 autori, 50 articoli, quasi 500 pagine)
7 eventi/seminari organizzati in prima persona, 57 eventi/convegni/seminari che hanno visto la partecipazione dell’Agenzia
7 accordi per progetti di ricerca con altrettante Università
3 Atti di indirizzo
2 Linee Guida (sulla tenuta dei registri delle odv e sulle raccolte fondi)
Pareri emessi: 1127
Certo le differenze di mezzi, organico e anche risorse sono ingenti, e sappiamo che il dottor Festa non ha solo questa responsabilità. Infatti il problema non sta certo in ipotetiche mancanze dei componenti attuali dell’Agenzia “ministeriale”, ma nella presunzione di chi ha cancellato alla leggera un organismo indipendente e di alto valore come l’Agenzia “storica”, senza pensare a come sostituirlo adeguatamente, e fregandosene allegramente degli oltre 300mila enti senza fine di lucro italiani.
Fonte: www.vita.it