Dal fisco nessuna pietà: arriva la tassa sui disabili, è rivolta.
Far pagare le tasse sull’assegno di invalidità e accompagnamento ad un ragazzo di 18 anni affetto da una di quelle malattie che fa paura già dall’acronimo: SMA, l’Atrofia Muscolare Spinale – di tipo 2, una rarissima malattia genetica dalla quale non si guarisce.
A volte non basta un hashtag per cambiare le idiozie burocratiche. Però, forse, questa è #lavoltabuona (Renzi docet), per inculcare un cambiamento nel governo e fare veramente la cosa giusta.
Una mamma italiana – di quelle che Renzi cita a piene mani – stufa di andare a sbattere contro il pressappochismo dei nostri politici si è messa alla tastiera non per chiedere quattrini o suscitare pietà. Solo per denunciare e tentare di capire la ratio dell’ennesima fesseria di governo e burocrazia cantante.
Avete presente la riforma dell’Isee? Ebbene dal 1 gennaio 2015 gli assegni di accompagnamento, le pensioni di invalidità e tutti gli emolumenti economici ricevuti da uno qualsiasi dei componenti il nucleo familiare per invalidità e/o condizione di disabilità o non autosufficienza, concorrono al reddito familiare.
Tralasciando il fatto che neppure la somma di tutte le provvidenze pubbliche per invalidi e disabili basta minimamente a pagare i conti di una patologia invalidante (cosa che né Renzi né i suoi del Giglio evidentemente conoscono), viene da chiedersi come mai il governo si sia avventurato su questa strada. Il sospetto è che Tesoro e Lavoro (i ministeri da cui dipende l’Inps ufficiale pagatore degli assegni), a corto di quattrini vogliano far la cresta sulle famiglie con disabili. Come? Costringendole a dissanguarsi finanziariamente per dare assistenza ai propri cari.
Poco importa che il Tar – con tre distinte sentenze – abbia giudicato negli scorsi mesi illegittima questa novità. Ora spetta al Consiglio di Stato deliberare. La sentenza dovrebbe arrivare a giorni. Ma torniamo alla storia di Tommaso Falleni, così si chiama questo ragazzo che compare in foto sorridente e furbetto sul sito: www.change.org, il sito dove è possibile lanciare petizioni pubbliche. La mamma di Tommaso, Maria Letizia Solinas, ha pensato di lanciare questa petizione perché proprio non riesce a digerire «le scelte sulla gestione della spesa per i Disabili».
La SMA è una malattia geneticaprogressiva, degenerativa e ad oggi totalmente incurabile. «Si caratterizza dalle delezione di 2 esoni, il 7 e l’8, nel cromosoma 5, responsabili del mancato funzionamento del gene smn, la cui ridotta espressione causa improduttività della proteina fondamentale per lo sviluppo muscolare, e la degradazione dei motoneuroni delle corna anteriori del midollo spinale».
Lanciando la sua petizione (che ieri sera aveva raccolto 7.464 sostenitori), la signora Solinas spiega in cosa consiste la vita quotidiana di Tommaso: «La SMA colpisce tutti i muscoli del corpo, anche quelli respiratori, della deglutizione; coinvolgendo gli apparati scheletrici e tendinei. La SMA non si ferma, e ogni piccola cosa che si perde in termini di funzionalità, non si recupera. Mai. Tommi non ha mai camminato; ci siamo accorti della malattia quando aveva 18 mesi… E da quel giorno la nostra vita “normale” si è trasformata in una sfida quotidiana».
Insomma, Tommaso ha già una vita complicata, un menage familiare faticoso. Ma di questo Maria Letizia non si lamenta. La cosa che la fa infuriare è che «per la prima volta nella storia della Repubblica italiana è stato deliberato di inserire le indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità, per i disabili gravi e gravissimi, che necessitano di assistenza H24, nel nuovo Isee? Perché questi già scarsi contributi devono essere parte di un reddito familiare e soggetti a parametri di tassazione quando non sono sufficienti neppure a coprire le spese?». E ancora: «Come pensate che si possa sentire un ragazzo di 18 anni che sa di poter contare ad oggi su 790 euro mensili lordi…».
Grazie a questa trovata di Renzi & Co, Tommaso – secondo le proiezioni finanziarie elaborate della mamma – avrà un reddito dimezzato quando sarà adulto. Da buon livornese possiamo immaginare cosa direbbe Tommaso al fiorentino Renzi. Se solo potesse parlarci.
Fonte: www.liberoquotidiano.it