Approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri il c.d. “Decreto di semplificazione fiscale” contenente disposizioni urgenti in tema di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento dell’accertamento, oltre che di natura finanziaria. Il provvedimento, tra conferme e modifiche dell’ultimo minuto, introduce diverse novità in materia. Vediamone alcune.
– Flessibilità nella rateizzazione dei debiti tributari. Prevista la possibilità di accedere alla rateizzazione del pagamento di somme dovute per irregolarità anche qualora abbia avuto luogo la decadenza dalla stessa. Attualmente, infatti, nel caso in cui si decada dalla rateazione concessa, la somma di debito rimanente non può nuovamente essere oggetto di dilazione. Con le nuove modifiche apportate, invece, nonostante la decadenza il contribuente può comunque beneficiare della rateazione per momentanea difficoltà economica ex art. 19, DPR 602/1973. Anche quest’ultimo istituto è stato ritoccato. In primo luogo, si è introdotta la possibilità di accedere a piani di ammortamento a rata crescente già a partire dalla prima richiesta di dilazione, e non solo in caso di richiesta di proroga – per peggioramento dello stato di difficoltà – della rateazione già concessa. In secondo luogo, la decadenza dal beneficio della rateazione scatta solo qualora non siano state pagate due rate consecutive e , inoltre, non sono iscrivibili ulteriori ipoteche dopo l’ammissione al pagamento dilazionato (fatte comunque salve quelle già iscritte alla data di concessione dello stesso) Infine, nel caso in cui si verifichi un aggravamento della situazione economica del debitore, può aversi il passaggio da rateazione a rata constante a rata crescente.
– Limitazione dell’uso del contante. Rinvio al 1° maggio 2012 dell’obbligo di pagamento di stipendi e pensioni superiori a 1.000 euro con strumenti di pagamento elettronico bancari e postali.
– Non esigibilità di crediti tributari erariali e locali modesti. A partire dal 1° luglio 2012, se l’ammontare dovuto – incluse le sanzioni amministrative e gli interessi – non supera la somma di 30 euro, non si avvierà il procedimento di riscossione. Tuttavia, nel caso in cui vi siano state ripetute violazioni degli obblighi di versamento da parte del debitore in merito ad uno stesso tributo, detta soglia non sarà valida. Attualmente il limite era stato fissato a 16,53 euro.
– Contrasto all’evasione. Introduzione delle c.d. “Liste selettive” in seno all’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima, infatti, potrà d’ora in poi redigere liste di contribuenti ripetutamente segnalati – non in forma anonima – per violazioni circa l’obbligo di emissione della ricevuta fiscale o dello scontrino fiscale, oppure del documento certificativo dei corrispettivi. Inoltre, vengono forniti chiarimenti per quanto concerne l’indeducibilità di quelle componenti di reddito derivanti dal compimento di fattispecie di reato; si precisa, infatti, che in tali componenti sono unicamente compresi i costi e le spese relativi a beni o prestazioni di servizio direttamente adoperati per compiere delitti non colposi.
– Ipoteca. Possibilità di iscrizione dell’ipoteca da parte dell’agente della riscossione solo qualora la somma complessiva del credito da riscuotere non sia inferiore a 20.000 euro.
– Pignorabilità di stipendi, salari o altre indennità. In caso di pignoramento di credito verso terzi, l’agente di riscossione potrà “toccare” le somme dovute a titolo di stipendio, salario o altre indennità connesse al rapporto di lavoro fino a un decimo, per importi non superiori a duemila euro, e fino a un settimo per somme da duemila a cinquemila euro.
– Aumento aliquote tributi locali e regionali. A partire dall’anno d’imposta 2012, vengono “sbloccati i tributi” abrogando quelle disposizioni che avevano sospeso il potere di incrementare le aliquote e le tariffe dei tributi a livello locale e regionale.
Ma che fine faranno le maggiori entrate che il decreto appena analizzato porterà nelle casse statali? Le risorse ottenute nel 2012 e nel 2013 saranno destinate a finanziare misure di sostegno del reddito di coloro che rientrano nelle fasce di reddito più basse, con particolare attenzione alle detrazioni fiscali per i familiari a carico. Nessun provente, dunque, verrà utilizzato per provvedimenti di riduzione della pressione fiscale, come invece era stato annunciato.