Mentre proseguono le proteste degli insegnanti precari, le cronache continuano a raccontare lo stato di degrado in cui versa l’istruzione pubblica nel nostro Paese.
L’associazione ‘Tutti a scuola’ ha denunciato che mancano circa 65mila insegnanti di sostegno, coloro che assistono nella didattica gli studenti con disabilità. A fronte di circa 190mila alunni disabili iscritti per l’anno scolastico 2010-2011
(ben 16.500 in più rispetto allo scorso anno, di cui 165mila disabili psichici, tra cui il 75% in condizioni “gravi”) gli insegnanti di sostegno saranno 90.469: insufficienti per soddisfare quel rapporto di uno a due previsto dalla legge, che nei casi gravi si trasforma in uno a uno.
Proprio ieri ‘Tutti a scuola’ ha manifestato davanti agli uffici della Regione Campania: qui il totale degli insegnanti di sostegno è di 11.931, mentre gli alunni disabili sono 22.010, di cui 17.200 invalidi al 100%. Secondo la stima elaborata dall’associazione, mancano circa 8mila docenti.
La ministra Gelmini avrebbe compiuto “un vero e proprio colpo di mano – ha spiegato il presidente di ‘Tutti a scuola’, Antonio Nocchetti – con cui ha di fatto eliminato il tetto massimo di alunni disabili nelle classi”. Nello specifico, con una norma di due anni fa, “ha eliminato l’obbligo dei dirigenti scolastici – ha aggiunto Nocchetti – di chiedere lo sdoppiamento della classe in presenza di alunni disabili. Sta violando la legge, ma non possiamo fare niente per impedirglielo, visto che non è prevista alcuna sanzione. Accade così che una ragazza con una grave malattia genetica si trovi da ieri in una classe di 32 studenti, tra cui un ragazzo cieco, come ci è stato appena segnalato”.
E dire che la sentenza n. 80 della Corte costituzionale, risalente al febbraio di quest’anno, “ha riconosciuto l’impossibilità di imporre un tetto al numero degli insegnanti di sostegno”, ha ricordato Nocchetti. Quel pronunciamento, di conseguenza, ha dichiarato illegittime alcune delle proposte contenute nella Finanziaria 2008 relativamente all’integrazione scolastica.
“Dopo che avremo messo in ruolo i 65mila insegnanti i quali, sulla base di questa sentenza, devono essere assegnati – ha concluso il presidente di ‘Tutti a scuola’ – occorrerà affrontare il nodo della formazione, tenendo presente che il 75% degli insegnanti di sostegno dopo 5 anni abbandona questo ruolo per diventare insegnante curriculare. Bisogna vincolare l’insegnante di sostegno al ruolo, superando la consuetudine di utilizzare il sostegno come un modo per fare punteggio. Quella dell’insegnante di sostegno deve insomma diventare una vera e propria professione”.
Le denunce del degrado scolastico non finiscono qui. Sempre nella giornata di ieri hanno duramente protestato maestre e genitori della scuola elementare ‘via Gastinelli – piazza Muggia’, nella zona di Ponte di Nona, alla periferia est di Roma. I bambini hanno per ora fatto lezione seduti per terra. “I primi due giorni di scuola – ha raccontato Valentina, madre di un alunno di prima elementare – i bambini sono stati sistemati nella sala della mensa, ma non si poteva più fare lezione lì perché il servizio riprendeva oggi. Ci hanno assicurato che entro oggi (ieri, ndr) arriveranno i banchi e le sedie, ma intanto i nostri figli sono seduti per terra. E’ una situazione allucinante. La cosa assurda – ha osservato la signora – è che le scuole pretendono tutto per tempo, l’iscrizione e tutti i documenti necessari, quando poi i bambini sono costretti a fare lezione per terra”.
La notizia nella notizia, che la rende davvero surreale, è che Ponte di Nona è un quartiere periferico recentissimo e le scuole della zona sono sorte da qualche anno. Come è possibile che le strutture siano già ridotte così?
“Sono rimasto stupito anche delle condizioni del giardino esterno – ha aggiunto un papà – dove i bambini dovrebbero giocare, vederlo in una condizione di abbandono mi ha fatto pensare. Che insegnamento è per i nostri figli? Erbacce alte un metro dappertutto, anche sul mattonato di entrata della scuola. Credo che nemmeno in Paesi del terzo mondo, che poi ci siamo anche noi, credo, abbiano queste condizioni”.
Indignata un’altra mamma, Maria: “Come si può accettare che nella scuola elementare venga chiesto alle famiglie di fornire carta igienica, scottex, sapone, risme di fogli, ecc.. Ok, siamo tutti d’accordo che bisogna razionalizzare, ma non sulla pelle dei bambini e su quella delle famiglie che stentano ad arrivare dignitosamente alla fine del mese”. Un richiamo di buon senso, che difficilmente verrà raccolto.