I.M.U., TA.R.eS., e ServiceTax: ecco le nuove tassazioni a partire da Ottobre 2013
A partire dal 30 settembre i Comuni hanno tempo per approvare i loro bilanci di previsione e quindi stabilire le aliquote 2013 per l’Imu e per la Tares.
Verso il 15 ottobre dovrebbe arrivare la legge di Stabilità dove verrà formalizzata l’abolizione anche della seconda rata dell’Imu per chi non ha pagato quella di giugno. Il Consiglio dei ministri del 28 agosto infatti non ha abolito il tributo per l’abitazione principale, gli immobili assimilati e i terreni agricoli, ma ha solo sancito un accordo politico in tal senso; in questo mese e mezzo bisognerà trovare la copertura necessaria per fare fronte al buco nelle entrate.
A dicembre i comuni dovranno obbligatoriamente chiedere l’ultima rata 2013 della Tares, la nuova imposta dei rifiuti; la rata comprenderà anche una maggiorazione di 30 centesimi a metro quadrato da versare alle casse erariali, Un recente pronunciamento del ministero dell’Economia ha escluso la possibilità di ulteriori dilazioni ai primi mesi del 2014. Per ora i comuni hanno inviato i bollettini per il pagamento delle prime rate che coprono i 2/3 dell’importo totale. La seconda rata per il 2013 (saldo Imu) rimane invariata al 16 dicembre.
Tra maggio e luglio 2014 i proprietari di immobili soggetti nel 2013 a Imu e non locati dovranno fare i conti dell’Irpef da pagare sul valore catastale delle loro proprietà.
A gennaio 2014 comincerà il tormentone della service tax: i precedenti non lasciano spazio all’ottimismo sui tempi che saranno necessari per conoscerne il costo preciso.
Inerente alla tassa sui servizi comunali, si tratta di un’imposta «federale» ispirata ai principi del federalismo fiscale, come approvati dalla commissione Bicamerale costituita ad hoc nella scorsa legislatura. La nuova tassa sostituirà la Tares, l’imposta diretta alla copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti, che però già per l’anno 2013 dovrà tenere conto del principio europeo «chi inquina paga», come spiegato nell’articolo 7 del decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Il testo stabilisce la commisurazione della tariffa sulla base delle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte e al costo del servizio sui rifiuti. Quanto cambierà per le tasche dei contribuenti, i cittadini lo scopriranno nell’ultima rata: i Comuni predisporranno e invieranno il modello di pagamento del tributo secondo i nuovi regolamenti e le nuove tariffe. Ci sarà il rischio che i Comuni per far quadrare i conti alzino l’aliquota a piacere? Con la nuova Service Tax «viene preservata la capacità fiscale dei Comuni – ha assicurato il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni – ma sarà limitata verso l’alto autonomia di manovra sulle aliquote perché non si possano accrescere infinitamente». La nuova tassa avrà «due aspetti importanti – ha proseguito il ministro – la gestione dei rifiuti urbani e dei servizi indivisibili». Due componenti in un’unica tassa. La componente sui servizi indivisibili sarà a carico «sia del proprietario sia degli occupanti, con ampio margine di manovra da parte dei Comuni».
Nel dettaglio, la componente della gestione dei rifiuti, sarà dovuta da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani. Le aliquote saranno commisurate alla superficie, i parametri saranno decisi dal Comune con ampia flessibilità e in misura da garantire la copertura integrale del servizio. Per la componente che andrà a coprire i servizi indivisibili, invece, il Comune potrà scegliere come base imponibile o la superficie o la rendita catastale: sarà a carico sia del proprietario (perché, spiega il governo, i beni e i servizi pubblici concorrono a determinare il valore commerciale dell’immobile) e dell’occupante, dall’inquilino quindi in caso di locazione, dal momento che usufruisce dei beni e servizi locali.