Le associazioni dei consumatori sono fortemente contrarie all’istituzione della banca dati in cui inserire i clienti morosi per quel che riguarda le bollette di luce e gas: le pratiche scorrette sono all’ordine del giorno in questo settore e gli inadempimenti non sono sempre una colpa dei clienti.
Un’iniziativa che fa e farà molto discutere: nel nostro paese sta per essere introdotto il registro dei morosi del servizio elettrico e gas, un elenco in cui far figurare tutti quei cittadini che hanno avuto problemi con questi due servizi e il relativo pagamento delle bollette. Moltissime associazioni dei consumatori si sono subito movimentate per lanciare l’allarme, in modo che le Commissioni di Camera e Senato che dovranno affrontare l’argomento sentano anche le loro ragioni. Di cosa si tratta esattamente? L’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, da sempre impotente contro gli incredibili rincari di luce e gas, ha reso noto il suo pensiero sull’istituzione e il funzionamento di questa banca data in cui far confluire i clienti protagonisti di inadempimenti contrattuali. Tale sistema prende il nome di” BICSE” e sarebbe quanto di più ingiusto e beffardo si possa adottare contro i consumatori.
Come hanno precisato le stesse associazioni dei consumatori, non è certo colpa dei “morosi” se esistono pratiche commerciali scorrette e servizi non richiesti che creano numerosi contenziosi impossibili da pagare, come non è anche una loro colpa se vi sono delle fatture emesse con dati di consumo taroccati e non effettivi. La morosità dovrebbe dunque essere intesa come la conseguenza di tutti questi atteggiamenti scorretti.
E che spesso le morosità sono derivate proprio dai comportamenti scorretti verso gli utenti. «Tutti i cittadini che per vari motivi non risultino aver pagato una bolletta rischiano di finire nella banca dati dei cattivi pagatori, con tutte le conseguenze del caso come l’impossibilità di attivare una nuova fornitura energetica o cambiare venditore. Lo stesso accadrebbe per le imprese».
Per i consumatori questa schedatura avrebbe «conseguenze abnormi» anche perché la crisi economica sta già mettendo seria difficoltà un numero crescente di famiglie e imprese. Quindi chiedono al Parlamento e all’Autorità energetica di bloccarla.
In aggiunta, una simile banca dati manderebbe a farsi benedire il diritto alla privacy, senza dimenticare alcune conseguenze spiacevoli per i cittadini eventualmente iscritti: tutti coloro che non hanno pagato una bolletta anche per questi motivi verrà identificato come “cattivo pagatore” e non potrà attivare nessun’altra fornitura energetica. Più che prendersela contro cittadini alle prese con la crisi economica e le scorrettezze delle aziende, occorrerebbe tutelare i consumatori: di questi tempi più che un registro dei morosi ce ne vorrebbe uno dei peggiori politici, in cui inserire tutti coloro che non dovranno più ripresentarsi alle elezioni.
L’AEEG ha messo in consultazione un documento che stabilisce come deve funzionare, tenendo conto che gli interessi da tutelare sono diversi e che ci sono norme sulla privacy da rispettare. Un documento che ha già avuto il via libera dalle commissioni Industria del Senato e Attività produttive della Camera.
L’Autorità, presieduta da Guido Bortoni, lo ha messo a disposizione del pubblico per ricevere entro il 5 ottobre osservazioni e proposte. Ma i consumatori sono sul piede di guerra, chiedono al Parlamento di essere ascoltati, dicono un no senza appello alla banca dati per la schedatura dei clienti che non sono in regola con le bollette.
La ragione per la quale i venditori di energia spingono per fare in fretta l’ha spiegata chiaramente qualche giorno fa Paolo Vigevano, presidente e amministratore di Acquirente Unico, la società pubblica che sta realizzando e poi gestirà la piattaforma digitale. La morosità è letteralmente esplosa ed è connessa al cosiddetto «turismo energetico, che ha assunto dimensioni preoccupanti».
E’ sempre più diffusa la pratica di cambiare esercente, confidando sul fatto che una volta passati al nuovo operatore il vecchio non può più chiedere la disattivazione della fornitura per le bollette non pagate. La grande banca alla quale i gestori faranno affluire i dati dei clienti finali (famiglie e imprese) che non pagano servirà quindi a mettere al bando i morosi mettendo sull’avviso gli esercenti.
Proprio il rischio che famiglie in difficoltà possano trovarsi senza luce e gas, e nessuna possibilità di stipulare nuovo contratti, ha messo sull’avviso le associazioni dei consumatori. Fanno presente che il mercato dell’energia presenta molti aspetti critici, pratiche commerciali scorrette e servizi non richiesti che generano un enorme contenzioso con i clienti finali. Che sempre più spesso i clienti sono chiamati a pagare fatture con importi abnormi rispetto al consumo reale perché emesse su dati stimati.
Ma come dovrebbe funzionare questo gigantesco archivio? Partiamo dal nome. Si chiama “BICSE” la banca dati relativa agli inadempimenti dei clienti finali del settore energetico. Potranno accedervi solo i venditori al dettaglio di energia e gas, gli stessi che sono tenuti ad alimentarla caricandovi le informazioni sui clienti serviti.
Quali informazioni contiene? Si parte dal codice fiscale, dalla descrizione della tipologia del cliente (uso domestico o no), per arrivare al numero di richieste di sospensione della fornitura, sospensioni per morosità con eventuali revoche, riattivazioni, richieste di indennizzi, le costituzioni in mora, e quelle sanate. Insomma è una vera e propria fotografia degli utenti. Previa consultazione con il Garante per la Privacy l’Autorità ha deciso che i dati non potranno essere conservati per più di un triennio, se si tratta di bollette mai pagate, mentre in caso di morosità poi sanata la relativa memoria non potrà superare i dodici mesi.
Per evitare l’accesso illimitato da parte di soggetti che non hanno mai avuto rapporti con il cliente, il regolamento prevede che il venditore dichiari sotto la propria responsabilità di aver già preso contatto con il cliente in vista della stipula del contratto.