L’INPS inizia con l’accusa “pensioni mai così ricche” quanto quelle che erogano nell’Emilia Romagna, in questa regione dice l’INPS, in media un pensionato percepisce ogni mese una pensione di vecchiaia pari a 970,85 euro, il dato più alto degli ultimi dieci anni.
In crescita anche le erogazioni medie di quelle d’invalidità, superstite, degli invalidi civili e degli assegni sociali.
Bologna è la provincia più ricca con 1.054,16 euro di media, seguita da Parma e Reggio Emilia. In coda Rimini con 813,68 euro. La media della pensione minima, invece, si attesta su 448,73 euro. Buoni anche i tempi di liquidazione: a giugno vi è stata approvazione del 91,3% entro trenta giorni.
Non è tutto visto che, abbiamo una rettifica fatta all’INPS da parte del Ministero del Tesoro il quale, quest’ultimo, afferma che non sono le regioni settentrionali ad attribuirsi il podio per gli indennizzi pensionistici più alti bensì, il sud.
Secondo il Ministero del Tesoro, nelle regioni meridionali vola la spesa per le pensioni d’invalidità. I dati risultano con un esborso di 15,504 miliardi, il 18,7% in più rispetto ai 13,054 mld del biennio precedente. In 5 anni, 2005-2010, la spesa è aumentata del 21,7%. Sui 2,6 mln di trattamenti complessivi, poco meno della metà (1,1 mln) viene erogata al Sud e nelle Isole. Per ogni 100 abitanti nel Meridione, ci sono 5,5 invalidi, contro i 3,47 del Nord. Nelle Marche le pensioni d’invalidità sono 75.037, pari al 4,78%; più della media del Centro Italia (4,58%). Questo quanto rivelato dalla penultima Relazione generale sulla situazione economica del paese del Ministero dell’Economia. Insomma, notiamo solo una cosa ovvero, che l’istituto previdenziale punta il dito al nord, mentre il Tesoro, lo punta verso il sud. Obbiettivamente, possiamo affermare che questo sia tutto purché non un dato certo. Fatto sta, che quando si tratta di effettuare conteggio della spesa pubblica nell’ambito pensionistico, sono eccessivamente “dettagliati” soprattutto nelle percentuali; quando invece si tratta di Spesa Pubblica inerente agli sperperi del Parlamento, notiamo solo il “Gran Silenzio”.