Sono più di due milioni e mezzo gli italiani con disabilità, precisamente 2.609.000, e i residenti in presidi socio-sanitari sono oltre duecento mila: una popolazione in crescita, con bisogni assistenziali precisi. Per migliorare le loro condizioni di vita e dare le risposte che ancora mancano il Ministero della Salute ha messo a punto un nuovo piano di indirizzo sulla riabilitazione, presentato nelle scorse settimane del Ministro Ferruccio Fazio e dal Sottosegretario Francesca Martini. Il risultato di tale Piano di indirizzo per la riabilitazione sono delle Linee guida che vanno ad aggiornare il sistema riabilitativo, fermo al 1998.
Tale Piano, ha spiegato il Ministro Fazio, è il risultato di un lavoro del tutto innovativo e condiviso con la comunità scientifica e le regioni e nasce dalla necessità di revisionare i percorsi ospedale-territorio dal punto di vista delle cure mediche in generale, determinato dalla situazione demografica e quindi dal complessivo aumento dell’età della popolazione. Centrale in queste Linee guida diventa dunque, dal punto di vista operativo, il ruolo delle regioni. L’obiettivo è infatti quello che il paziente, una volta superata la fase critica di malattia, possa usufruire di un’efficiente e persistente rete di collegamento tra reparto di acuto e reparto riabilitativo, così da non essere mai abbandonato a se stesso.
Le novità più importanti apportate dal queste Linee guida riguardano però non solo l’importanza acquisita dal territorio ma anche la multidisciplinarietà, la continuità assistenziale e il percorso riabilitativo personalizzato, a seconda del danno riportato dal paziente, e infine una razionalizzazione delle risorse economiche. “Non è vero – ha dichiarato infatti in proposito il Ministro Fazio – che una sanità migliore necessariamente deve costare di più. Migliorare il sistema riabilitativo creerà un risparmio da un punto di vista dei costi e un miglioramento della qualità assistenziale.”
Altro elemento di particolare importanza evidenziato dal Piano e il riconoscimento della figura del caregiver, ovvero il familiare o la persona che assiste il paziente. Il caregiver diventa infatti, nella nuova ottica, la figura perno del percorso riabilitativo individuale, portato avanti da un team multidisciplinare, nell’ambito del quale sarà proprio il caregiver a garantire la continuità assistenziale ospedale-territorio.
Il Sottosegretario Martini ha spigato infine che il Ministero sta lavorando alle all’istituzione di un registro di persone con lesioni al midollo, per avere un quadro chiaro del numero dei pazienti, dalla loro presa in carico e dalla situazione dei servizi con l’obiettivo di “correggere sempre meglio il tiro” dell’offerta riabilitativa in funzione dell’esigenze dei fruitori.