Il sottosegretario Giacomelli chiude la porta all’inserimento del balzello nell’Irpef: “Troppo farraginoso”. Intanto il governo prepara un pacchetto di emendamenti alla Stabilità, dall’ebola ai fondi Ue. Spunta l’ipotesi fiducia.
MILANO – Slitta il canone Rai in bolletta elettrica. Non saràdal gennaio 2015. Il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle telecomunicazioni, Antonello Giacomelli, chiude la porta alla possibilità di legare il balzello all’Irpef e torna a indicare la destinazione in bolletta, mentre il governo frena sui tempi: difficile che si riesca per gennaio 2015. Lo stop del governo, celato dietro la difficoltà di essere operativi per la prossima scadenza del canone, è arrivato dopo le critiche incrociate del Nuovo Centro destra che ha chiesto di riferire in Parlamento e del M5s.
Ad avviare il tema è stato Giacomelli, parlando a 24 Mattino di Alessandro Milan, su Radio 24: “Contiamo di presentare in Senato un emendamento alla legge di Stabilità per inserire questa norma con l’intenzione di renderlo effettivo già da gennaio dell’anno prossimo. Con questo strumento consideriamo di recuperare in modo pressoché totale l’evasione.
C’è un’evasione per cui siamo tra i primi in Europa che è attorno ai 600 milioni per un canone che è oggettivamente tra i più bassi in Europa. Questa situazione non è più tollerabile”. In serata poi Palazzo Chigi ha chiarito sulla rrealizzabilità entro gennaio. “E’ importante e strategica la riflessione in atto per ridurre e semplificare il canone Rai, ma appare improbabile l’ipotesi di mettere il canone in bolletta possa maturare entro questa legge di Stabilità, visti i tempi tecnici troppo stretti”, hanno riferito fonti di governo.“Il governo riferisca in aula sulla vicenda del canone Rai in bolletta” aveva chiesto nel pomeriggio con una nota il deputato Barbara Saltamartini (Ncd) ritenendo “inammissibile che su una questione così delicata per milioni di famiglie apprendiamo notizie solo da indiscrezioni di stampa”. Il canone Rai in bolletta non si può mettere”, incalza poi il blog di Beppe Grillo a firma del capogruppo M5S in Commissione di Vigilanza, Alberto Airola. “Una questione molto controversa – si legge – che già da anni si discute e poi si è sempre accantonata, perchè presenta delle difficoltà particolari, si parla di profili di incostituzionalità.
Sono altre invece le novità che dovrebbero entrare nel nuovo pacchetto di emendamenti del governo alla Legge di Stabilità: le proposte di modifica, che sono in tutto sei, vanno dai fondi per la lotta alle malattie infettive alla riforma dei fondi strutturali europei, passando per norme sulle frequenze, l’autotrasporto, le forze dell’ordine e alcune misure legate alla riscossione. Il governo starebbe pensando anche il ricorso alla fiducia, per dare il via libera al disegno di legge entro il fine settimana e far passare il testo al Senato.
Per fronteggiare le emergenze sanitarie e l’allarme ebola, il governo mette sul piatto 5 milioni: 2 all’Istituto nazionale per le malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ (e un milione l’anno nel 2016 e 2017) “per far fronte a situazioni di emergenza biologica a livello nazionale e internazionale”. Sempre nel 2015, risorse per tre milioni (1,5 milioni l’anno a partire dal 2016) sono destinate al Ministero della Sanità per il potenziamento delle attività di prevenzione. Arriva inoltre una cabina di regia per la gestione del Fondo per lo sviluppo e la coesione.
Tornando al canone, “la scelta vera – ha continuato Giacomelli – è che, d’accordo con Rai, la nostra intenzione è di non trasferire alla Rai in aggiunta al gettito attuale l’evasione recuperata ma abbiamo deciso di restituirla interamente ai cittadini, abbassando fortemente il canone”. Interrogato sulla quantificazione del canone, in particolare sui 60-65 euro in qui indicati, ha risposto: “E’ una cifra plausibile. Certamente pagheremo molto meno. Questa non è una riforma contro nessuno. E’ per recuperare l’evasione. Chi evadeva ci rimette, questo è sicuro” ha chiuso Giacomelli. Il sottosegretario ha tranquillizzato escludendo il pagamento per le seconde case: “Tendenzialmente l’idea è quella di evitare che chi ha la seconda casa paghi di più. Anzi, diciamo che in linea di massima sulla seconda casa è escluso. Qui si tratta di capire – ha precisato Giacomelli – come introdurre qualche punto di equità.
C’è chi dice che potremmo incrociare i dati del reddito, e legare il canone all’Irpef, io sono un po’ perplesso su questa possibilità. Legato all’Irpef mi pare molto più complesso e farraginoso”.
Fonte: www.repubblica.it